Primi insediamenti umani, che risalgono al XIV° secolo a.c., si riscontrano nell’isolotto di Ortigia dove sono state individuate tracce di presenze umane (resti di capanne circolari).
Ma le prime notizie che si hanno su Siracusa sono dell’VIII° secolo a.c. quando la città fu rifondata dai Corinzi guidati da Archia (734 a.c.).
L’isola di Ortigia fu il primo nucleo abitato di Siracusa.
La città, in seguito, si sviluppò tanto che, 70 anni dopo, furono fondate le colonie di Akrai, Casmene e Camarina.
Di questo periodo storico non è rimasta alcuna testimonianza, solo con la tirannide di Gelone (inizio del V° secolo a.c.) si ha qualche notizia storica.
Narra Erodoto che i Cilliri, indigeni sottomessi, vivevano in una misera condizione di servitù governati dai Gamoroi (ga=terra), grossi proprietari terrieri probabili discendenti dai coloni corinzi.
I Cilliri tentarono di sollevarsi riuscendo a cacciare i Gamoroi dalla città.
Questi ultimi chiesero, allora, aiuto a Gelone, tiranno di Gela, che nel 485 a.c. occupò Siracusa e ne divenne il signore.
Egli trasferà la sua corte a Siracusa e ingrandì la città facendo costruire due nuovi quartieri (Neapolis e Tyche) ed una nuova Agorà, della quale rimangono solo poche colonne di epoca posteriore; fece inoltre costruire degli arsenali, che trasformarono Siracusa in una grande potenza navale.
Nacque così la Pentapoli , con i suoi cinque quartieri: Ortigia, Tyche, Neapolis, Acradina ed Epipoli.
Nel 480 a.c. Gelone, insieme al suocero Terone di Agrigento, sconfisse i Cartaginesi comandati da Amilcare ad Imera, nello stesso giorno in cui, secondo Erodoto, venive sconfitto l’esercito di Serse a Salamina.
A Gelone successe il fratello Gerone, di cui ricordiamo la battaglia di Cuma (474 a.c.), nella quale sconfisse gli Etruschi, ed il grande amore per le arti e le lettere; si circondò dei più celebri uomini del suo tempo: Pindaro, Eschilo, Simonide, Bacchilide, Sofrone, Epicarmo.
Morto nel 466, a lui successe il fratello Trasibulo, che fu subito cacciato dai cittadini per la sua crudeltà; l’espulsione dalla città di questo tiranno fu in seguito celebrata nelle feste che si tenevano ogni anno nell’ara di Ierone II, dedicate a Zeus Eleutherios (liberatore).
Dopo ne seguì un periodo di governo democratico, non senza problemi per la comunità, durante il quale Ducezio tentò invano di conquistare Siracusa.
Nel 427 Siracusa aggredì Lentini, che fu costretta a chiedere aiuto agli Ateniesi, scoppiò così la prima guerra “Ateniese “, ma i soccorritori furono sconfitti con grave danno per Lentini e le città ioniche siciliane, che avevano partecipato attivamente al conflitto.
Successivamente Atene volle ritornare in Sicilia, intraprendendo una seconda guerra che fu più distruttiva della prima.
Nel 415 salpò dalla Grecia una flotta di 134 triremi, più di 5.000 opliti, 30 navi da trasporto e 100 da commercio con in tutto 35.000 uomini, sotto il triplice comando di Alcibiade, Lamaco e Nicia.
Dopo 2 anni di altalenanti vicende nella guerra tra Atene e Siracusa, quest’ultima validamente appoggiata da Corinto e Sparta, l’armata Ateniese subì un’umiliante sconfitta sulle rive dell’Assinaro (413 a.c.).
Gli Ateniesi superstiti e fatti prigionieri finirono i loro giorni nelle cupe cave delle Latomie siracusane.
Dopo la sconfitta Atene rinunciò per sempre alle proprie mire espansionistiche nel Mediterraneo, fu allora che i Cartaginesi cercarono di appofittare di questa situazione per riprendere le loro conquiste in Sicilia.
Comandati da Annibale, riuscirono perfino a distruggere, dopo otto mesi di assedio, Agrigento (406 a.c.).
Siracusa, con a capo l’ancor giovane Dionigi, stipulò la pace con Cartagine con l’intento di guadagnare tempo per ricostituire le proprie forze; Dionigi fece così innalzare poderose mura a difesa della città, il Castello Eurialo, e potenziò notevolmente la flotta.
Durante il lungo regno di Dionigi, detto il Vecchio, Siracusa raggiunse la sua massima estensione territoriale; alla sua morte gli successe il figlio che, non avendo le stesse qualità del padre, dopo poco perse il trono a favore di Timoleonte.
Il periodo di governo di questi fu felice per la città, tanto che alla sua morte i Siracusani lo compiansero e, riconoscenti, gli innalzarono una tomba monumentale in Acradina (Timoleonteon).
A lui subentrò Agatocle, uomo senza scrupoli e violento, che morì nel 289 a.c..
Alla sua morte Siracusa chiese aiuto a Pirro (278) per contrastare la sempre incombente minaccia cartaginese; ma questi poco dopo dovette ritornare a Taranto dove le sue truppe erano impegnate contro i Romani.
In questo periodo Ierone II si impadronì del potere e, cacciati i Mamertini dalla città di Siracusa, concordò la pace separata con i Romani; Siracusa godette di un periodo di pace lungo 50 anni.
Nel 212 a.c i Romani comandati dal console Marcello espugnarono la città, che così perdette tutta la sua importanza e potenza.
Sotto la dominazione romana, nel III° o IV° secolo d.c., venne realizzato, nella Neapolis, l’Anfiteatro.
Siracusa resta, comunque, la capitale dell’isola governata da un pretore romano, fino al 476 d.c.
Molte e varie dominazioni vi furono poi in Sicilia.
Dal 663 al 668 l’imperatore bizantino Costante II dichiarò Siracusa capitale dell’Impero d’Oriente e nello stesso periodo il vescovo Zosimo trasferì la Cattedrale nell’antico tempio di Atena in Ortigia.
Furono i Normanni nell’XI° secolo a riscoprire la città.
E fu Federico II di Svevia, nel XIII° secolo, che la fortificò con la costruzione del Castello Maniace in Ortigia.
L’imperatore Carlo V nel XVI° secolo rafforzò ed ingrandì le fortificazioni e Siracusa nel 1678 fu dichiarata piazzaforte militare.
Nel 1693 un violento terremoto distrusse, tra le altre città dalla Sicilia sud orientale, anche Siracusa che fu ricostruita con edifici di gusto Barocco.
Dopo l’Unità d’Italia (1860) vennero abbattute le mura spagnole e realizzato il Quartiere Umbertino sulla terraferma.
Nel 1934 fu aperta in Ortigia la via del Littorio (oggi Corso Matteotti) sventrando un’antica zona medioevale.